Primo intervento del governo sul caro energia
Con la Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) approvata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 4 novembre sono stati destinati circa 30 miliardi di euro per contrastare l’emergenza energetica resa ancora più urgente dal conflitto russo-ucraino. L’emergenza impone interventi immediati in grado di puntare su fonti rinnovabili svincolandosi dalla dipendenza dai combustibili fossili.
L’Italia ha molte risorse non sempre sfruttate. Il pieno utilizzo di un patrimonio boschivo di 10 milioni di ettari con il quale sviluppare la biomassa, per esempio, potrebbe avere effetti positivi non solo sull’ambiente, ma anche in termini di nuova occupazione. Il Paese, inoltre, è ricco di energia idroelettrica per cui bisognerebbe investire e incrementare i sistemi di pompaggio per migliorare l’efficienza dell’oltre 70% degli impianti ancora obsoleti.
Il nuovo governo ha annunciato di voler affrontare il caro energia potenziando il sistema produttivo italiano per rendere il Paese più indipendente in campo energetico. Tutto questo richiede ingenti investimenti e il giusto tempo per riattivare a pieno gli impianti. Le rinnovabili non sono solo auspicabili, ma necessarie per il raggiungimento dell’autosufficienza energetica in Italia e nella Comunità Europea. Il tema non è mai stato cosi improrogabile.
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